Passa ai contenuti principali

18 mila pesci

Il mare adriatico è pieno di sale a Portoroz, così dolce che si spalma su pane e burro. Più avanti a Pirano, dopo i pini marittimi, Giuseppe Tartini suona il violino sulla colonna di marmo. Il campanile è identico al San Marco di Venezia, dentro la chiesa un San Giorgio abbatte il drago e San Luca mostra il suo libro sacro di scritture. Le case basse con le bifore di pietra bianca a merletto le protegge il colle dalla bora di Trieste. Quando fischia il vento i pescatori guardano la direzione del braccio del Gabriele e vanno per il mare.
- Quanto tempo ci vuole per far crescere un pesce fino a un palmo?
- Qualche settimana.
- No, qualche anno.

Il mare muore perché stiamo pescando la vita che c'è dentro. Un tonno contiene tanto mercurio perché lo ha raccattato in giro per 25 anni. Non date il salmone ai vostri bambini, dice l'ultimo libro dello scienziato.

18 mila pesci in una gabbia di sei metri, girano in senso orario tra la gomma nera dei tubi e la ringhiera di controllo. Il timoniere della barchetta apre il sacco con la forbice e svuota dentro le crocchette. Come pasto veloce non è male. Ne ho assaggiato un paio insieme a Rundfunk, hanno il gusto di certe patatine fritte o dei semi oleosi del Brasile all'ora dell'aperitivo.

Sale la schiuma del pezzo di mare ritagliato. I pesci si azzuffano e si mischiano come i cani da combattimento. Sono tanti i recinti allineati e ogni tondo o quadrato ha i suoi migliaia di pesci branzini francesi prelevati ad hoc ed eco compatibili.  Il branco di branzini gira in tondo sette anni per crescere da zero a 35 centimetri.  Sono tutti grossi ora, pronti per la padella, la sfilettatura o l'affumicazione.
- Sono i miei cuccioli questi, li amo come fossero la mia vita
- Entra qualche pesce nella rete?
- L'ultima volta era un'aguglia, in due secondi l'hanno spolpata viva

 Il timoniere prende una giacca di jeans e la mette indosso all'impresaria dei pesci. Lei è figlia di un biologo marino, ha imparato ad amare anche le alghe. Ora si è fatto nuvolo e tira un vento nuovo tra i pesci e il mare della signora Fonda.
- Parente?
- Forse alla lontana

Commenti

Post popolari in questo blog

Sostituzione

Scusate ero via. Mi hanno detto metti via. Mi sono detto sono via.  Ecco dunque: la parola di oggi, forse di questo prossimo secolo è: sostituzione. Il ChatGpt, il robot della chat, ti parla come ti parla una persona. Finora tutti gli altri media ti parlavano come una persona ma questa volta è diverso. Molto diverso. Sostituisce tutto, anche una buona parte di te stesso. Certo, prima deve imparare chi sei ma poi ti sostituisce. Comodo non dover più dipendere da questo e quello, e così entri nel gioco della mutazione e della sostituzione. Gli italiani stanno scomparendo e dunque è in corso la sostituzione etnica. Quella di cui parliamo invece è una sostituzione trasversale radicale che riguarda tutti.  Ma vediamo perché si arriva a questa roba terrificante o entusiasmante (nel caso si voglia credere che sostituirà solo la tua parte di cose noiose da fare). Praticamente tutta la tua vita da un po' di tempo sta passando attraverso lo schermo, la tua identità è trasferita nel digi...

Avevo un cuore

Adesso ho quasi tutto, molto più di sempre. Adesso non devo lavorare per vivere, ho abbastanza. Ho anche una casa solo mia, una terra tutta mia. Prima ero nel traffico e vivevo in quattro metri quadrati, ora ho quattro stanze da 120 metri e un terreno di nove mila metri. Ci sono due cani che corrono, tanti alberi piantati e altrettanti da piantare ancora.  Quando avevo la voglia non avevo una lira, adesso ho una lira ma la voglia è passata. No non è passata, ho sempre il senso del dover fare qualcosa per proteggermi aspettando tempi migliori. Invece dovrei semplicemente cercare di fare quello che voglio fare: alzarmi dal letto con un piano per la giornata. Dovrei fare con calma e determinazione quello che è giusto e bello fare. Ma nel frattempo ho dimenticato cosa volevo fare perché l'ho rimandato. Ho sentito di non avere la forza di andare oltre le barriere e le circostanze. Mi sono perso nel groviglio delle rinunce e dei compromessi. Era più urgente la necessità di coprirmi dalle...

Un muro nella testa

- Hai detto che ti chiami Serena, mi ricordo che ti chiami Serena. Non è vero? - No, io sono la Brunella. Avevo immagazzinato l'idea di Serena perché Serena è nome lombardo. Non che questa Brunella fosse bella come la Serena che immaginavo ma per comodità mi ero appoggiato a questa idea per darle un contesto. Per riportarla dentro uno schema notorio.  E così per più di una volta incontrandola nel parco, lei e il suo compagno Fango, pensavo: ecco la Serena. Pensavo, forse non si chiama Serena ma è il nome che più si avvicina all'idea che mi sono fatto del suo nome quella volta che me l'ha detto. Infatti Brunella non era neanche vicina alla Serena postina dei partigiani, che era una bionda bella e forte. Eppure ero quasi sicuro. Serena come la partigiana del film sulla resistenza in Val Padana. Come i protagonisti di Novecento di Bernardo Bertolucci o di Citto Maselli, donne partigiane in aiuto di compagni partigiani. Il popolo buono, il bello della rivoluzione poi estesa dal...