Passa ai contenuti principali

Cicco e Cola

Il vento muove le onde di spighe, le raffiche arrivano sulla faccia come delle carezze. Tra un mese questo mare diventerà giallo e la trebbia di Vito farà il suo lavoro. Due cuccioli di cane vengono incontro. Poi tornano a sedersi nell'erba, sul ciglio della strada. Uno è bianco e di pelo corto, l'altra è marrone. Qualcuno li ha portati lontano dalle madri e abbandonati.

Intorno non ci vedono case abitate, gli Spirdi sono andati via e anche i Badetti di Nicolosi hanno lasciato perdere di trafficare con pentole di rame per la ricotta. I due cuccioli sono abbastanza grandi da fare quattro passi. Hanno le pance ancora piene di latte. Chi potrà dargli da mangiare ora che sono rimasti soli? Quanto tempo potranno ancora restare a difendersi dallo sparviero che gira sopra il campo di grano?

Cicco e Cola barcollano e scodinzolano attorno alle scarpe. I cani da pastore, da grandi, abbaiano sul finestrino e scendono in picchiata verso le ruote della macchina che sorpassa il gregge. Nonno Turi aveva comprato un gregge e, incluso nel prezzo, anche il pecoraio. Il Brontese viveva insieme agli altri ragazzi nella masseria, alle quattro di mattina andavano fino a Paternò a portare il formaggio o accendevano legni di ulivo per bollire. Abbiamo ancora un pistacchio che aspetta i parenti specialisti del brontese per l'innesto definitivo.

L'asfalto intorno a Cicco e Cola si è rovinato da quando la strada è consortile, ogni tanto la macchina affonda e rimbalza come un veliero allo stravento sul mare. Le rondini volano in cerchio, spezzano una forma ovale e aprono le bocche verso il cielo. Potrei portarli via con me in una grande città questi due tipi. Imparerebbero le buone maniere, avrebbero un posto dove giocare e un padrone con il sacchetto per raccogliere i bastoncini di merda.

Commenti

Post popolari in questo blog

Sostituzione

Scusate ero via. Mi hanno detto metti via. Mi sono detto sono via.  Ecco dunque: la parola di oggi, forse di questo prossimo secolo è: sostituzione. Il ChatGpt, il robot della chat, ti parla come ti parla una persona. Finora tutti gli altri media ti parlavano come una persona ma questa volta è diverso. Molto diverso. Sostituisce tutto, anche una buona parte di te stesso. Certo, prima deve imparare chi sei ma poi ti sostituisce. Comodo non dover più dipendere da questo e quello, e così entri nel gioco della mutazione e della sostituzione. Gli italiani stanno scomparendo e dunque è in corso la sostituzione etnica. Quella di cui parliamo invece è una sostituzione trasversale radicale che riguarda tutti.  Ma vediamo perché si arriva a questa roba terrificante o entusiasmante (nel caso si voglia credere che sostituirà solo la tua parte di cose noiose da fare). Praticamente tutta la tua vita da un po' di tempo sta passando attraverso lo schermo, la tua identità è trasferita nel digi...

Avevo un cuore

Adesso ho quasi tutto, molto più di sempre. Adesso non devo lavorare per vivere, ho abbastanza. Ho anche una casa solo mia, una terra tutta mia. Prima ero nel traffico e vivevo in quattro metri quadrati, ora ho quattro stanze da 120 metri e un terreno di nove mila metri. Ci sono due cani che corrono, tanti alberi piantati e altrettanti da piantare ancora.  Quando avevo la voglia non avevo una lira, adesso ho una lira ma la voglia è passata. No non è passata, ho sempre il senso del dover fare qualcosa per proteggermi aspettando tempi migliori. Invece dovrei semplicemente cercare di fare quello che voglio fare: alzarmi dal letto con un piano per la giornata. Dovrei fare con calma e determinazione quello che è giusto e bello fare. Ma nel frattempo ho dimenticato cosa volevo fare perché l'ho rimandato. Ho sentito di non avere la forza di andare oltre le barriere e le circostanze. Mi sono perso nel groviglio delle rinunce e dei compromessi. Era più urgente la necessità di coprirmi dalle...

Un muro nella testa

- Hai detto che ti chiami Serena, mi ricordo che ti chiami Serena. Non è vero? - No, io sono la Brunella. Avevo immagazzinato l'idea di Serena perché Serena è nome lombardo. Non che questa Brunella fosse bella come la Serena che immaginavo ma per comodità mi ero appoggiato a questa idea per darle un contesto. Per riportarla dentro uno schema notorio.  E così per più di una volta incontrandola nel parco, lei e il suo compagno Fango, pensavo: ecco la Serena. Pensavo, forse non si chiama Serena ma è il nome che più si avvicina all'idea che mi sono fatto del suo nome quella volta che me l'ha detto. Infatti Brunella non era neanche vicina alla Serena postina dei partigiani, che era una bionda bella e forte. Eppure ero quasi sicuro. Serena come la partigiana del film sulla resistenza in Val Padana. Come i protagonisti di Novecento di Bernardo Bertolucci o di Citto Maselli, donne partigiane in aiuto di compagni partigiani. Il popolo buono, il bello della rivoluzione poi estesa dal...