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Bende per gli occhi

Il caldo e il freddo di Milano bruciano le ossa, come la pentola a vapore o il congelatore. Di notte, vivevo all'incrocio di tante strade, il tram girava verso la via dell'ospedale con un fracasso e mi svegliavo anche con i tappi di cera alle orecchie. Se avessi chiuso la porta avrei fatto la sauna, se l'avessi scordata aperta il midollo si agghiacciava nella schiena. Lavoravo nella sera, dormivo a tratti e riposavo altrove. Nel tempo libero ci si organizzava con cene di  lumache alla bourguignonne in onore della nuova amica Nadia o suonavo la chitarra per registrare un nastro di canzoni in ricordo. Nel pomeriggio di festa prendevo la via Emilia cercando un prato dove guardare il cielo oppure proseguivo sulla statale n.9 fino a Rimini per incontrare l'amica di un'amica.

Da un mese ero fidanzato, era luglio e faceva molto caldo. Ma la mia nuova fidanzata era ancora impegnata in un week end, doveva sistemare le cose con il suo primo fidanzato buono e intelligente. Lei era dolce e indifesa, io ero buono e avventuroso. Infatti quando avevo 20 anni non avevo una lira, ma a 34 compravo i Buoni del tesoro. Così, nel frattempo, aspettando gli eventi ho preso la strada per Emma, la castellana tra i fiori di pesco. La dama dalle gambe affusolate e il seno a grappolo se ne stava nella villa del cinquecento ad aspettarmi.

Dopo 50 km di autostrada nel sole la macchina ha cominciato a bollire, il solito scherzo di sempre. Mi fermo alla prima area di servizio, spengo il motore e apro il cofano bianco. Quando il tappo salta l'acqua calda fa un salto verso la mia faccia. Senza gli occhiali da sole di cellulosa nera modello Highway 61 la cornea di sinistra si sarebbe lessata grazie alla potenza del radiatore.

La fronte e le guance andavano a fuoco, intorno nessuno ha visto niente. Fuori nelle strade e nei marciapiedi la gente va da qualche parte, non deve incontrare alcuno. Ho fatto il pieno e sono andato in bagno, alla fine ho riempito di acqua fresca il contenitore con la griglia aggrovigliata. La pelle cominciava a staccarsi mentre guidavo con un occhio chiuso e ho tirato avanti fino al casello di Casale. Parcheggiato davanti all'ospedale, le porte lasciate aperte della macchina, qualcuno mi chiese i documenti e colorato di rosso la ferita. Ma la castellana aveva le altre bende di ricambio.

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