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Dinamica del venire

Ero entrato dentro di te unendomi a te come in uno sport di scivolamento acquatico.
Tu stavi con la schiena appoggiata al letto e per un qualche quarto d'ora ci siamo baciati.
La luce era sul giallo rosso, l'aria era calda come di minestra e di cioccolattini sgusciati.
Il respiro si è fatto sempre più forte fino a quando la mia testa si è fatta come una nuvola.
Allora mi sono fermato a guardarti perchè l'amore si fa in due e io sono dentro di te.
Ho sussurrato qualcosa come per dire, ma quanto sei bella adesso.
Poi ho ripreso la danza jazz attorno ai tuoi fianchi e senza fine.
Ma la fine è arrivata quando ho sentito che era arrivata la fine di questo amore serale.
Il tuo respiro e la tua voce si sono alzati e allora anche io ho fatto lo stesso.
Sono uscito dal tuo corpo e dal mio è uscito un liquido che ho trattenuto con la mano.
L'amore alla fine dell'amore assomiglia alla convulsione della morte e della nascita,
assomiglia alla sceneggiata e alla caduta dentro l'area di rigore.
La fine dell'amore ricorda il duello al sole tra i gringos dentro la staccionata.
Lui si contorce colpito dalle pallottole allo stomaco, lei attonita come Santa Teresa.
Ho tenuto una mano sullo stomaco appiccicata alla pelle come fosse di pece.
Potevo essere colpito a morte e dal mio corpo trafitto sarebbe fuoriscita la vita.
Non so se ho risposto alla domanda. Accadeva nell'epoca dei fatti andati.

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