C'è una strada che mi piace fare perché è vuota di altre macchine. Sale verso la collina lasciandosi alle spalle gli uliveti e gli aranceti del feudo di Valcorrente. Si passa da Vasadonna e poi dalla chiesa della Misericordia. Ogni curva è sempre più ampia e dal muretto di pietra il ciglio, senza avviso, diventa un guardrail di lamiera. Più avanti c'è il campo di calcio, il comunale del San Gaetano coi suoi eucalipti a fare da frangivento.
Mi sono fermato davanti alla grande siepe sulla curva, forse tre anni fa in queste settimane e col cellulare ho fotografato la matassa di verde e di rosso. Poi ti avevo spedito il souvenir di un mazzo di fiori virtuali. Tu mi scrivevi ogni tanto e io ti rispondevo risparmiando sullo psicoterapeuta. Anche altre volte, nelle diverse stagioni, per la stessa strada sempre in salita, si vedeva questo broccolo infiorescente. La siepe ora ha sommerso il guard rail. Nessuno la cura e chissà quando improvvisamente sparirà bruciata dal fuoco.
Ho pensato che anche la nostra amicizia si sarebbe dissolta così come è nata. Ho pensato anche che eri presa dalle tue creature, che mi pensavi ma non mi scrivevi più. E così era. E' una siepe spontanea che mi piace curare, la nostra amicizia, perchè è nata ai bordi di una piazza e vive appesa a un muro o è sospesa. E' come la bolla dell'aria che gonfiava le camicie dei ragazzi aggrappati all'eucalipto. L'albero alto, allora, si piegava a dondolo avanti e indietro con lo stesso fruscio.
Commenti
Posta un commento