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Visualizzazione dei post da 2014

Vicino riflesso

Se il tuo lavoro non ti piace è uno stress. Se non lavori e non fai niente è una frustrazione. Se, invece, quello che fai è un successo allora sei felice. Di qualsiasi cosa si tratti. Se lavori da un barbiere o sei ambasciatore di Francia o Spagna. Anche se se stai solo facendo compagnia a qualcuno che ne ha bisogno. O anche se ti occupi di un albero di loto. Sei, perciò, felice se quello che fai ha un risultato per te o per qualcuno che ami. Se vedi la tua immagine riflessa nell'incontro con gli altri e ti piace quello che vedi. Non importa se sei ricco e sei povero. Importa come si apre il tuo respiro. Se è calmo e sereno o se si affanna e si interrompe.   "Apro l'armadio e vedo tutti gli abiti di tuo padre. Ora non c'è più, seduto in quella sedia del tavolo. Come è stato possibile? Ogni giorno lo vedo e mi dice di fare come meglio credo. Mai una discussione o una parola. Tutti i vestiti appesi sono ancora come nuovi. Invece nell'altra stanza non cade uno spi...

Musica senza quinte

Le musiche della sera erano posate tra i fogli bianchi aperti come ali di colombe sui trespoli cromati degli orchestrali. La sala era ancora vuota mentre il palco, rimasto senza alcun decoro, mostrava il muro perimetrale dello stabile sporco di buchi nell'intonaco. Le quinte, la parete finta o la tenda dello sfondo del teatro, non c'erano proprio più. Tutto era pronto per il primo concerto dell'anno nel cartellone delle sinfonie. Quella sera avrebbe eseguito e diretto le sue composizioni il pianista dagli occhiali neri e basette bianche di nome Ludovico, figlio di un editore torinese. Che era stato il paladino dei lavoratori oppressi e degli scrittori militanti, famoso anche per un'enciclopedia originale a tema degli anni ottanta venduta a rate e mai riscosse del tutto (almeno da me). Ora il musicista Einaudi, 58 anni, tanti concerti in ambienti sofisticati per palati fini e giovanili, avrebbe suonato ancora una volta nel teatro dedicato al maestro dell'era ro...

Water melon

Il telefono squillò verso le otto e mezza proprio nel momento del caffè. Professore, disse la voce. Professore dove sei, rispose. Volevo passare per quel discorso, disse la voce. Ti aspetto al primo piano, la porta è aperta. Il tizio aveva i capelli lucidi e anche la pelle intorno agli occhi era liscia. Il colore dei suoi occhi era marrone. Anche lui aveva gli occhi marroni. Da quando aveva portato la sua merce fino a casa guardava l'auto parcheggiata davanti e poi bussava per avere il suo rendiconto. Il professore di acque potabili si guardò intorno e posò gli occhi sulla parete alla sua destra. La macchinetta del caffè smise di sbuffare e lui gliene offrì una tazza. Non bevo mai il caffè, disse il professionista seguendo invece le immagini colorate dentro la cornice verde chiaro. Aspettò che si sedesse di fronte e, appoggiandosi sul tavolo con il braccio destro per aiutarsi a reggere il  peso della schiena, lo vide intento ad osservare anche il secondo dei quattro quadretti d...

Isternazzi

A nanna stava a Isternazzi nel quartiere della Bumma. Le grandi cisterne di acqua le avevano piazzate nella parte bassa a raccogliere la pioggia. Ogni ntanto a jeva a truvari ppi na visita o pi joco. Pippina aveva un mantale lungo fino ai piedi e  ntuppu in testa a tipo crovecchia ntrizzata. La sua faccia pareva come una carta geografica con tanti fiumi. Mi cuntava un fatto e ju ascutava paralizzato. Dalla cucina si sinteva un fetu di astratto di pomodoro appigghiato. Idda parrava di Giufa' ca lassava a porta aperta o du sceccu attaccato al bummulu con una corda. Una volta scarramau l'acqua e da sotto il letto uscì un orinale che galleggiò nella stanza fino alla porta. La bella dei setti veli era circondata di cavalieri. Noi stavamo seduti ai bordi del letto a dire il rosario. Quanto e' auta la croce di Maria. Poi la pioggia fini di cadere. E per una mezzora ancora le barche di carta di quaderno fatte a mano passavano la traversa e scomparivano in direzione della strad...

Time in vain

Il tempo passato dall'ultima volta e' maggiore del tempo passato la volta prima di questa. All'ombra del pistacchio il senso dell'assenza nel vialetto delle rose sommerse di erbacce secche, alte attorno alle sedie abbandonate e sfilacciate. Era un mese o erano 15 i giorni quando Di Bella fece quel lavoro e tutto era diverso come verde e nero invece di giallo e marrone. Vuol dire che il tempo ultimo e residuo si sta accorciando come un elastico che si restringe dopo l'estensione. Terantola si chiama ora la bianchetta, anzi Trimmy Terantola. Se lo ripeti dieci volte vale come una cermatura dei vermi o come il rosario buddista. Ma questo non c'entra niente.  Sembrerebbe allora che il tempo nuovo, quello da adesso in avanti viaggia a una velocità x+1 ai nostri sensi rispetto al tempo vecchio. E perciò che ci possiamo fare?

Acqua di fronte

Ti guardavo intorno alla guancia senza dire niente delle solite cose quando come dall'alto di una collina procedevano in volo in sequenza regolare una a una le scene di movimento delle ciglia e delle labbra anche gli zigomi e le dita o il movimento delle mani le illuminazioni dello spazio intorno fino a scalare verso il desiderio di passare oltre l'irritazione per il presente o per il dolore ai piedi feriti da un taglio accidentale così allora il rimando all'ombra dei tuoi occhi scuri del pomeriggio il riempire il tempo fino alla sera con tante cose da fare oltre l'ansia di prevedere e di controllare lascia intatto il momento presente con il suo profumo di melograno il senso di sicurezza e di benessere ma anche di eccitazione per quello che sta per succedere o per la certezza di una liberazione dalle catene sì del cielo mentre le coppie e le famiglie in silenzio siedono sulla panchina di fronte allo specchio poi si alzano in silenzio per tornare a casa a turno secondo l...

Zoticon

Uno ha la faccia gonfia da un lato come se avesse una noce sotto la pelle. Un maschio bianco dagli occhi acquosi che potremmo chiamare Scognito con l'accento sulla o. Ora la nocetta ha fatto il pus e abbiamo applicato del puro succo di aloe sulla ferita. Scognito assomiglia alla Zorika e non al padre ad eccetto del colore del pelo. Appare il piu' debole del gruppo e prende un sacco di lezioni di lotta a corpo libero. La capo rais sarebbe la bianca maremmana di nome Sciavazza con l'accento sulla seconda a. Forse la prende per il figlio questo vicino di terre. Alfio che un giorno trovo' il padre impiccato nella fattoria. Lo aspetto intanto che faccio chiarezza su chi sono i miei dieci cani da allevare chissa' per quanto tempo ancora. A casa ho lasciato il nero Wolfie che e' un maremmano nero e il bianco esile Picciuso con l'accento sulla u. In attesa di sviluppi sul fronte delle adozioni spontanee un drappello di affamati copre le mie scarpe e tanti occhi n...

Giorgio il vicino

Si vuole sciarriare con me? No. Ci mancherebbe altro. Allora questa vigna lei la deve zappare. Che certo. Non si deve siddiare, suo padre era numero uno. Ma forse allora lei ci deve ragionare bene. Siamo ad aprile e sta fiorendo. Eppure si vedono i vigneti del nord lasciati a prato. Come ora si vede a Tre finestre il campo di fiori colore delle labbra delle bambole americane.

Suono del ronzio

Il suono del ronzio di un moscone nella stanza semi buia mentre fuori è caldo e la gente mangia a tavola e non guida, adesso nel silenzio una fessura di bianco alla parete richiama la calma apparente del giorno nel mezzogiorno. Si mangia e si riposa un pezzo per l'uomo che vuole essere ancora un essere umano e anche sanizzo. Il solito frastuono dei passeri sotto il tetto che ha una grondaia piena di terra e di pagliuzze ridotte in polvere, qualche corvetto morto nel tentativo di uscire dalle tegole troppo strette ora che è diventato grande e perciò i suoi resti come mummia si aggrovigliano sotto la calce. Cantano e cinguettano a un ritmo del jazz impuro e contemporaneo, sono la vita che scorre. Ma ho bisogno di dormire una mezzorata, anche se porteranno altra paglia sotto il tetto i miei occhi si richiuderanno al momento che penserò a te con me, a te che sei come uno specchio dell'ideale che si fa reale.

Wild bunch

Te lo avevo detto che era meglio restare a casa invece che correre con il bianco maremmano sotto la luna della notte fresca e croccante e le distese di spighe verdi inseminate davanti alla distesa di altopiano e di poggi appesi e a campana. La sera prima hai guardato negli occhi come per dire sto portando una bella croce adesso che stanno per scoppiarmi dentro questi dieci esseri con la coda da topo e la pancia dura come fosse di pezza ripiena di segatura.

Bobbies

Sono dieci e sono tanti. Cinque bianchi e quattro neri. Si munciono e poi dormono con la testa dentro la pancia di un altro. Piangono insieme e insieme dormono, ammucchiati e catapultati. Saranno figli di tanti padri perché qualcuno è marrone e sembra un bulldog per le striscie di grasso come dei colletti intorno al collo. I bobbies sono i figli del primo parto della Zorika, Che alla fine di gennaio ha fatto l'amore con i due gemelli bianchi maremmani di Alfio Borzì e con il pelo lungo della mandria di pecore di Alfio La Rosa. Forse per questo potremmo chiamarli anche gli Alphies di Franchetto.

Fiori bianchi di fave

La moneta è un credito come la vita che ci aspetta. La moneta promette come le speranze di amore nella vita promettono la felicità. Le merci reali che si scambiano, invece, danno soddisfazione immediata al bisogno connesso. Prendo un pane in cambio del vino. Prendo un broccolo in cambio della frutta. E così via. Senza la moneta non ci sarebbe la ricchezza connessa con la promessa di riavere indietro i nostri crediti. Ma chi ha tanta moneta e non la spende vive da povero. Chi, invece, non ha soldi e consuma le merci che ha vive da ricco. Tutto questo per dire che ci sono cose che possono avere subito, altre che verranno e altre che non verranno più. Per dire che, forse, mi sento più ricco ora che apprezzo le cose che sembrano quelle di un povero. Sono seduto sulla cima di una collina tra le piante e i fiori bianchi del favino, un foraggio per gli animali che, se fosse biologico, potrebbe generare un ciclo naturale organico nella catena alimentare. I bovini mangiano i fiori secc...

Numeri al lotto

Se giochi un numero e il numero esce non vinci niente. Però non perdi. Ti ridanno la stessa cifra che hai giocato. Se invece giochi tanti numeri allora è diverso. Puoi anche diventare un puntatore compulsivo sulla stessa combinazione girando di tavolo in tavolo fino a notte. O restando per ore al baracchino dell'aeroporto quando perdi l'aereo. Per alcune notti dopo la sua scomparsa Nino mi è apparso in sogno e diceva di fare qualcosa con dei numeri. Una combinazione per aprire una porta o risolvere una questione. Faceva fatica anche a parlare stando in un letto di ferro per due mesi, da Santa Lucia a Sant'Agata. E i dottori facevano domande del tipo Suo nonno è morto di che cosa? E a che età di preciso? Nel sogno lui mi faceva rabbia perché sembrava volesse esporre la sua malattia. Ma sapevo che invece era il contrario. Lui soffriva e non diceva niente a nessuno. Non diceva niente neanche quando gioiva di qualcosa  per non disturbare. Così gli avevano insegnato o così l...

14 calzini spaiati

In camera da letto sono stesi fianco a fianco 14 calzini in attesa di trovare il rispettivo destro o sinistro. Ma oggi è stato scoperto un nuovo giacimento di capi (spaiati e non spaiati) durante una casuale ispezione in un armadio da cucina. Salgono così le probabilità di accoppiamento per i numerosi articoli di abbigliamento che hanno subito un danno logistico dal trattamento congiunto lavatrice-magazziniere della biancheria. Lo stock di calzini spaiati sta crescendo a ritmo vertiginoso nonostante l'aumento del prezzo dei prodotti, sopratutto di marca. Per mettere un freno al fenomeno calo portafoglio si è deciso di acquistare calzini solo dai negozi cinesi o nelle bancarelle dei marocchini nelle confezioni cinque paia a soli tre euro. In attesa che gli esperti elaborino una corretta procedura lavaggio/stoccaggio/rinvenimento dei capi spaiati che può monitorare, anche tramite chip, la esatta posizione.

Railways

Una volta mi sono trovato ad aspettarla leggendo un libro al tavolo di un bar con la musica di una radio che trasmetteva You re in my heart and in my soul di Rod Stewart. Mi ero preso il lusso di un viaggio in treno nel paese della ragazza dagli occhi e labbra grandi lungo il fiume ghiacciato e avevo sognato di essere felice con lei. Per delle ore ho letto i miei libri e i giornali prendendo un caffe' dopo l'altro perche' lei era in ritardo a causa dei genitori o per altri impegni. Non sapevo bene cosa stesse succedendo e forse ero ancora troppo buono per pensare che qualcuno potesse farmi aspettare senza dirmi niente di carino. Si puo' anche vivere a lungo nelle sale di attesa delle stazioni ferroviarie o nei locali con i distributori di bottiglie di aranciata o di biscotti annessi alle fermate degli autobus regionali. Qualcuno vive anche sulla panchina di una fermata di autobus e qualcun altro anche sotto i portici dei viali. Prendevo per buono e mi bastava un quar...

Domegliara

Siamo in arrivo a. Pausa. Domegliara. Una voce di uomo registrata da baritono chissa dove si trova ora. Troppi annunci dice la pendolare come Joni Mitchell. Vedo un bel cimitero dalle mura bianche di pietra a secco con dello spazio ancora. Dovrei prenotare il mio loculo sotto la pietra sepolcrale di basolato nero a fianco a zia Stefana detta Stella che non ho mai visto. La prossima volta andro' ancora a salutare Nino sepolto a destra nella cuccetta centrale di destra con l'abito blu e le scarpe nere troppo strette per i suoi piedi gonfi. Odio gli assilli e la noia. Amo le mani dalle dita con le unghie senza pellicina. Mi prende l'angoscia se ripenso alle scale di un palazzo dove trasloco verso il piccolo nido che non diventa un terrazzo sulla citta'. Un cane un gatto e un mazzo di rose nel vaso sul tavolo della cucina. Termine della corsa dice la voce metallica.

Nino testa dura

Nino era testardo come un mulo e faceva tardi la sera. Pippa lo aspettava oltre il buio del tramonto. Poi lo crelicava di rimproveri e tutti eravamo felici di essere ancora insieme a cena. Lui non rispondeva alle critiche se con un gesto della mano come per dire Chiedo scusa se ho sbagliato. Pippa diceva che Nino era un Santo Cristiano nel senso di un uomo buono ma incosciente dei pericoli della strada di notte. Lui andava alla terra e poi alla casa. Seminava il grano e aspettava di vederlo mietere. Nella casa piena di un milione di chicchi di frumento Nino usava il setaccio per ripulirlo dalle impurita'. Si prendeva poi una maidda e si univa la farina a una ciotola di acqua tiepida. Insieme marito e moglie impastavano due ore per il pane nuovo. Dal forno uscivano 15 vastelle e 4 collure. Pippa allora faceva un dolce di ricotta e un cestino di biscotti lunghi come una treccia di bambina. Il pane caldo veniva aperto in due e passato di un filo di olio. Il pane duro diventava pan...

What Gonna Do

Dimmi Signore cosa devo fare. Quando l'acqua si gira in nero. Quando gli occhi guardano nel vuoto. E la corrente sale verso di te. Quando il dolore si tinge di pianto. Dimmi cosa devo fare quando resto solo contro il mondo. E lo faro.

Pete Seeger is Gone

Era il prete predicatore comunista. Intonava i sermoni e guidava il gregge. Aveva tagliato i cavi elettrici dei gruppi eretici del blues a Newport nel 1965. Ora Pete Seeger riposa in pace. Bob Dylan era invece il traditore della causa. Prima indossava la camicia di tela attorno ai ragazzi delle piantagioni cantando Only a Pawn in their Game. Ora il folk singer degli outcast veste come un dandy wharol la stratocaster. Pete allora prende un'ascia e grida di smettere il frastuono nella sua chiesa. Basso elettrico e batteria con la chitarra di Mike Bloomfield. Wake up in the morning I got a head full of ideas that drives me insane. Cosi finisce l'alleanza tra il prete e il figliol prodigo. Avevano anche cantato insieme una canzone fatta apposta. Playboys and playgirls sulla scia di Shall Overcome. Una specie di coro insieme del tipo ora vi dico cosa cantare la prossima strofa. Pete e Joan Baez, This land is your land o Where they All the Flowers gone. Un'idea di come essere...

Canne robuste

Un aereo viene dal mare a planare sulla città, l'uomo sente il dolore delle piaghe sulla schiena e agita il suo petto. Alla sua destra giace un fratello della chiesa pentecostale con una macchia di sangue nella testa. Alla sua sinistra giace il ladrone di bestiame per la Sardegna e di benzina caricata in Grecia. Un uomo calvo senza barba e con gli occhiali si avvicina al ladrone barbuto e ispido come un istrice e porta i pesci in insalata da mangiare. La donna del pentecostale veglia di notte ai bordi del letto e il figlio porta ogni giorno qualcosa per il padre. Il fratello del ladrone consegna le sigarette e poi fumano insieme con i gomiti sul balcone. Quando i medici arrivano e chiedono del signor Biondo si risponde che ha preso la strada di casa e che tornerà dopo il caffè. Pippo il ladrone vuole mettere firma, rifiuta l'operazione alla vena dell'aorta. Suona la campana nella distesa, si è fatto mezzogiorno. Il vento ha smesso di soffiare e i cani di latrare. Le nuv...

Levati

La mattina mi sveglio in un posto al sole dove crescono dei fili verdi da un chicco di frumento e sono alti più di una mano stesa. Nino sta ancora in ospedale, ormai è un mese. Domenica notte ho detto un'Ave maria alla Madonna. Il figlio di un signore in coma, la barella accanto, mi ha consolato. Mio padre stava per andarsene, ora è in condizioni che loro dicono stazionario, ma ogni giorno si spegne un chip. Oppure entra in una crisi. Vista l'emergenza è arrivata mia sorella, dobbiamo decidere se portarlo a casa, ammesso che resista ancora questi giorni, oppure se in una clinica. E se sì, in quale clinica. Si parla Rsa o di private. I burocrati della Sanità sono più dei medici e ospedalieri. sono i garantiti di uno Stato senza cure che lascia tutto nell'incuria. Invece a casa avrebbe diritto all'assistenza domiciliare integrata che sarebbe la Dia. Mi piacerebbe di più, però, si dice che poi non vengono affatto a curarlo. Tutto funziona sulla carta mentre la gen...

Specchio e cornice

Nella piazza della grande chiesa con le colonne giganti spezzate i venditori di povere cose hanno finito il loro giorno di fortuna. Una domenica il sole torna caldo come di primavera. Sopra un muro vicino al faro del porto, al bowling, hanno scritto un cartello a caratteri di stampa, Causa crisi mondiale vendo tutto e chiudo. Un ubriaco vende tegamini di terraccotta, una coppia carica sul carrettino lampade di ferro battuto, su un altro tavolo qualsiasi cosa, ovunque, qualunque cosa vale una moneta. Il nuovo bar modello continentale non rende, i tavoli sono vuoti e la gente beve in piedi per risparmiare il costo del servizio. Ma il servizio sarebbe gratis e nessuno lo sa. Corro con Zorika verso la corsia di un'ospedale, inciampo sui gradini della strada con il guinzaglio tra le gambe. - Quanto vuole per questa? - Se la porta per 10 euro.  - E questa? La lascio qui, se la vuole aspetto 10 minuti, torna con la macchina e se la prende.  In una mano tengo il mio cane e nell'al...

Cuccìa

Le cose andavano di bene in meglio. Una domenica di estate non avevo che fare.  Presi un depliant che diceva di una sagra. Aveva delle spighe fatte a mazzo di gladioli. Dopo la calura nel pomeriggio si affacciarono le signorine vestite a carnevale, una sfilata in costume con gli stessi colori giallo e rosso che sembrava Siviglia. Invece era a Raddusa che tradotto vuol dire la profonda campagna della miseria con assessori che parlano di progresso, un cittadina piana di raddo, lo sporco delle mandrie. Chiesi di un guinzaglio per il mio cane. Tante volte la signora si spagna. Mi consegnarono un piatto di grano e ceci. Sapeva di cose buone fatte a mano. Era una specie di manna inventata dai greci, i civilizzatori dei pastori di pecore. Devi lasciare per tre giorni i cicchi nell'acqua. Cosi rimollano e diventano tondi. Ci aggiungi i ciciri e cuoci per la sera. Oggi perciò ci volli provare. Avevo i fagioli e ho aggiunto spinaci, l'altra versione con sanapi mi parse amara. Pe...

Agenda del vino

Dovrei potare la vigna e dedicarmi al vino, ora che il frumento è germogliato alla piana e sta spingendo fino quasi a un palmo. Si fece ora di concimare le viti ad alberello e decidere qualcosa sull'aratura delle erbe e dei cavolicelli. Se lasciare il profumo dei fiori bianchi radenti il suolo o se togliere i gialli della verdura. Non si deve dire che il terreno è abbandonato come ho sentito. Il vino di quest'anno, anzi, pare bello. Se ne fecero più di mille kg e riempite due botti e, sparte, cinque casse, le abbiamo scordate sul terreno a metà ottobre, quando ormai era tardi e intanto stavo appresso a Nino ricoverato. Il mosto fermentava piano e mi sono rivolto a Santa Venerina, come disse compare Concetto, il paese dell'agricoltore moderno e dove friggono arancini anche nei panifici tanto che vedi la farina sulla faccia di chi prende i soldi alla cassa. Era Santa Lucia, ormai, e dissero che al vino non dovevo farci niente. Solo travasarlo o imbottigliarlo quando è ora...

Concettina di Santo

Dopo la malattia, in due anni, si era ridotta a una specie di preula, come un pergolato che fa solo ombra davanti casa. Medici, infermieri e badanti non ci bastarono più. E perciò Zia Concettina, la seconda Concettina della classe di famiglia, - quella dello zio Santo, la mamma di Lucia e del cugino Pietro e di Melina, - ora, non c'è più.  E' morta all'improvviso, l'altro giorno, dopo che alla visita di Natale pareva discreta. E la casa paterna, quella del nonno Pietro e di nonna Lucia, la abiteranno per lo più i nipoti che ormai sono grandi, qualcuno dei quattro figli delle due sorelle e cioè Enzo, Maria e Cetti, la più pulita di tutte. Poi c'è anche la piccola, ma come si chiama? Si entrava nel cortile con tanti vasi allineati di fiori e piante nel lato riparato, poi una porta sempre aperta nel locale del forno a legna con vecchio canterano. -Trasi intra, ma niputi! Chiudeva gli occhi a pampinella ricordava e ripeteva per ripasso le date dei compleanni di og...

La notte (seguito)

- Egli percorse tutta la via dell'Epifania; infine la strada scendeva, i suoi piedi camminavano nel fango, e all'improvviso gli si aprì dinanzi un vasto spazio nebbioso che sembrava vuoto: il fiume. La mattina ho aperto a caso il libro del famoso autore russo Fiodor con citazione di Puskin in apertura, al capitolo secondo, l'inizio del verso del seguito della notte. Le coincidenze arrivano quando te le aspetti e sembrava che il protagonista fosse qualcuno che conoscevo. Anche il libro di Marcel ha almeno 30 anni, invece I Demoni costava 2.800 lire. E così ho letto anche dei Guermantes finalmente e della domestica Francoise. Qualcuno mi aveva detto che i russi sono i maestri della narrativa come i francesi e i tedeschi, non potevo comprarli tutti e li rubavo nei supermercati. Alcuni come i russi sembravano moderni e rivoluzionari più di ora. Altri non erano fuori moda e neanche pubblicati perché gli editori di sinistra non li avrebbero venduti o li odiavano a morte. Fo...

Dont ask me

Sono sceso dal mio treno. Ora nessuno mi deve dire cosa devo fare. Nessuno che mi chiama. Non devo rispondere a chi pensa di aver comprato il mio tempo. Avrei niente da fare per gli altri. Sono occupato a vivere per me ora che di tempo ne rimane.